L’utilizzo della cannabis nella demenza

L’utilizzo della cannabis nella demenza

Revisione a cura del comitato di redazione scientifico della Piazzetta Alzheimer, resp. Claudia Capra.


L’utilizzo della cannabis nella demenza

La malattia di Alzheimer è una forma di demenza, caratterizzata dal punto di vista biochimico, dall’accumulo di una particolare proteina, detta Beta Amiloide (Aβ), dentro le cellule neuronali.

La malattia ha un esordio clinico molto subdolo, e spesso ci vogliono anni affinché la malattia si conclami in tutta la sua drammaticità. Un dato fondamentale è prendere in cura questi pazienti già nelle fasi precoci, per evitare che il processo neurodegenerativo prenda il sopravvento.

Gli aggregati di Beta Amiloide causano una alterazione dell’omeostasi cellulare ed alterano la funzionalità della membrana neuronale.

Un recente studio ci mostra come il THC, contenuto nella pianta della Cannabis riesca a disgregare la proteina Beta Amiloide.¹

Il meccanismo d’azione è estremamente interessante e dimostra ancora una volta come la cannabis sia ricca di risorse incredibili. Il THC si lega alla proteina Aβ modificandone la struttura.

Una volta rotta la molecola di Aβ, i residui vengono aggrediti dai sistemi di difesa della cellula e vengono eliminati. Sono molte le molecole che la chimica sta sviluppando per distruggere la Aβ, ma molte di queste presentano effetti collaterali che ne controindicano l’uso. La cosa straordinaria è che la natura, attraverso la cannabis, ci dona una molecola che ha la capacità di distruggere questa proteina con effetti collaterali minori . All’azione del THC si aggiunge anche quella del CBD, che ha una azione ansiolitica e antidepressiva, necessarie per i pazienti che soffrono di malattia di Alzheimer. ¹

 

Le specie principali sono la Cannabis sativa e la Cannabis indaca che si differenziano per una differente concentrazione di cannabinoidi come ad esempio:

 

  • il THC che è maggiore nella Cannabis sativa
  • il CBD che è maggiore nella Cannabis indaca

 

I cannabinoidi non sono solo esclusivamente presenti sulla pianta (fitocannabinoidi), ma anche il corpo umano è in grado di produrli naturalmente (endocannabinoidi). ²

 

Le vie di assunzione più comuni sono: via inalatoria (aerosol), via orale (ingestione), via topica (attraverso la cute).

 

Altre proprietà: anti-nausea, aumento dell’appetito, diminuzione di dolore e tremori, azione anti-infiammatoria, riduzione della pressione intra-oculare (in caso di glaucoma), migliorare alcuni disturbi del sonno, riduzione dell’agitazione², riduzione dell’ansia⁴

 

Nonostante le molteplici proprietà benefiche possiamo anche evidenziarne gli eventuali effetti collaterali: euforia, sedazione, alterazioni della memoria, percezione del tempo alterata, depressione, secchezza delle fauci, difficoltà nella comunicazione, debolezza, aumento della frequenza cardiaca e ipotensione ³, psicosi e dipendenza da cannabis. ⁴  Per tale motivo è necessario assumere questa sostanza nella giusta qualità e quantità, attraverso prescrizione e monitoraggio da parte di un medico

A cura di Claudia Capra

31 Luglio 2021

 

 

 

Articoli di riferimento

¹ Cannabis terapeutica

https://www.cannabisterapeutica.info/2021/04/30/cannabis-alzheimer-thc-distrugge-proteina-beta-amiloide-causa-patologia/

² Cannabis contro il declino cognitivo: i dati presenti in letteratura.

https://www.cannabeta.eu/2020/08/27/cannabis-contro-il-declino-cognitivo-i-dati-presenti-in-letteratura/

³Cannabinoid medicines. International Association for Cannabinoid Medicines.

http://cannabis-med.org/index.php?tpl=page&id=21&lng=it&sid=bd0318d77fb8ac1dcd17836314bb5c8d

⁴ Legal delivery.

https://www.legaldelivery.it/blog/cannabis-terapeutica-effetti-collaterali/

⁵How effective and safe is medical cannabis as a treatment of mental disorders? A systematic review.

https://link-springer-com.bibliopass.unito.it/article/10.1007/s00406-019-00984-4